Solitamente, quando si sente parlare dell’Ajax, la si associa alla squadra più forte d’Olanda. In effetti è così per la sua storia, per il prestigio, per i trofei vinti, ma soprattutto per la capacità di questo club di lanciare ogni anno giovani talenti di calibro mondiale. L’anno scorso fu il turno dell’uruguaiano Luis Suarez, attualmente in forza al Liverpool, capace di guidare i compagni di Nazionale alla vittoria della Coppa America.
La stagione corrente sta invece consacrando un altro campione, il giovane trequartista Christian Eriksen (classe ’92), che già da due anni gode della piena fiducia dell’allenatore e del posto fisso tra i titolari. Per descrivere il talento smisurato di questo calciatore non bastano semplici parole: la sua qualità principale è una visione di gioco fuori dal comune, supportata da grandi doti tecniche che comprendono un buon dribbling e un ottimo modo di calciare.
Ma per spiegare davvero quanto può valere il danese appena ventenne bisogna ricorrere ad alcune cifre importanti. In primis le sue 63 presenze in due anni di Ajax, coronate da 11 reti e 29 assist, che hanno contribuito alla vittoria del campionato e della Coppa d’Olanda. Non meno importanti sono le 20 presenze con la Nazionale, grazie alle quali è riuscito ad aggiudicarsi il premio come miglior calciatore danese del 2011, insieme a quello per il miglior talento del campionato olandese.
Intervistato di recente dal tabloid inglese Daily Mail, il centrocampista ha rivelato quelle che sono le prospettive per il suo futuro: “Qui all’Ajax ho trovato l’ambiente ideale per crescere e per diventare quello che sono adesso. Sicuramente ho ancora molto da imparare e solo il tempo potrà dirmi quali traguardi raggiungerò. Molti dicono che io sia presuntuoso ma in realtà non è così: sono consapevole delle mie potenzialità così come dei miei limiti. Il mio obiettivo è quello di superarli per raggiungere importanti soddisfazioni più avanti.” Il numero 8 dell’Ajax ha poi proseguito parlando dell’interesse del Chelsea nei suoi confronti: “Sono andato al Chelsea due volte, quanto avevo 14 e 15 anni. A quel tempo giocavo per l’Odense. Sapevo che una buona reputazione nel calcio inglese fosse difficile da ottenere ma il mio primo pensiero è stato ‘Wow, giocare qui dev’essere un sogno’. Non nego che un mio futuro a Londra mi riempirebbe di gioia“.