È la notte della prova del 9 a confermare l’idea maturata da diverse partite a questa parte, che vede designati i volti di questa nuova Fiorentina. Sinisa Mihajlovic ha messo in campo, ieri sera contro il Napoli, una Fiorentina quasi perfetta. Privo di Alberto Gilardino, ha sostituito il bomber di Biella provando Stevan Jovetic come centravanti, ha confermato Alessio Cerci nonostante le polemiche occorse in settimana ed ha sperimentato Valon Behrami in posizione di mediano. Il risultato è una Fiorentina che si presenta col volto del suo allenatore: forte ed aggressiva.
Stevan Jovetic, ormai visibilmente recuperato dall’infortunio, fa intuire di non essere una prima punta di ruolo, ma si esalta nelle qualità dello stesso Gilardino quando si tratta di far salire la squadra, e soprattutto si danna l’anima quando vengono richiesti dei recuperi difensivi. Quando si tratta della frase offensiva riesce sempre a saltare l’uomo, arrivando spesso e volentieri al tiro da fuori ma non avendo mai fortuna. Il giovane montenegrino meriterebbe 10 e lode se il voto fosse improntato sul sacrificio messo in campo, ma come punta risica un buon 7.
Il volto offensivo della Fiorentina è Alessio Cerci, una vera iradiddio soprattutto nel primo tempo, quando fa impazzire più volte i vari Dossena e Fideleff. Il ritornello è dribbling secco sul primo uomo seguito da un affondo in velocità sul secondo, arrivando spesso a metterla in mezzo ma faticando a trovare compagni che riescano a stargli dietro. C’è già chi, come Beppe Bergomi, si spertica in lodi definendolo da Nazionale, e lo stesso Mihajlovic – pizzicato dai commentatori Sky – ammette di non vedere ali dalle sue qualità nel panorama italiano. Perfino il ct Cesare Prandelli ammette che, se il 24enne trovasse continuità di prestazioni, gli aprirebbe le porte dell’azzurro. Intanto, a godersi il talento romano è il pubblico fiorentino, che la sua continuità ce l’ha sotto gli occhi partita dopo partita: sono 9 le reti messe a segno da Alessio Cerci negli ultimi 10 match.
Ma se si parla del volto non si può non parlare dell’anima della Fiorentina, che si rispecchia in un unico nome: Valon Behrami. Il tuttofare svizzero, ieri investito del compito di mediano, si adatta a qualsiasi ruolo con facilità ma, soprattutto, è un vero leone sceso in campo. Determinante nei recuperi, gladiatorio nei contrasti, generoso fino al 90esimo. Ed è forse l’unico giocatore che, nell’era Mihajlovic, non ha mai ricevuto critiche da quand’è arrivato a Firenze. I media sono indecisi tra lui e Cerci a chi assegnare il premio di migliore in campo, ma una cosa è certa: la rinascita della Fiorentina è nelle loro mani.