Innanzitutto è d’obbligo ricordare ai più smemorati chi sia Simone Farina, il suo nome salta alla ribalta qualche mese fa, durante i processi per calcioscommesse. Il centrocampista, che durante la passata stagione giocava nel Gubbio in serie B, aveva rinunciato ad una proposta di combine ed inoltre era andato a riportare la vicenda agli inquirenti, un caso più unico che raro nel mondo del calcio dove in molti sono stati condannati nel processo scommessopoli proprio a causa di omessa denuncia.
Il gesto di Farina aveva fatto ben presto il giro del mondo tanto che la FIFA aveva premiato il calciatore per il suo fair play addirittura durante la cerimonia di consegna del Pallone d’Oro. Sono passati diversi mesi da quel giorno e i riflettori su Farina si sono spenti, con tutte le conseguenze del caso. Il giocatore infatti ha annunciato di aver risolto il suo contratto con il Gubbio, squadra retrocessa dalla B alla Lega Pro, per ragioni tecniche e già a Giugno il centrocampista difensivo era alla ricerca di squadra. Se si esclude un timido interessamento del Perugia, squadra anch’essa militante in Lega Pro, nessuno ha bussato alla porta di Farina, e anche l’interessamento degli umbri non si è concluso con la firma di nessun contratto.
Il calciatore è rimasto così senza squadra ma desideroso di continuare la carriera avendo solamente 30anni, l’età adatta per giocare a buoni livelli ancora per diverso tempo. Solo la FIFA si è fatta avanti proponendo al giocatore un contratto con l’Aston Villa, ma non in qualità di giocatore ma come insegnante di fair play alle giovanili del club britannico, un incarico singolare ma che di certo non si sposa con le aspettative di un giocatore nel pieno della carriera. La domanda dunque è lecita: forse nessuno si è fatto avanti perchè in molti hanno paura dell’onestà e della sincerità di Farina, e temono la sua presenza in spogliatoio?
Una risposta certa alla domanda è molto difficile darla, quel che è certo è che ancora una volta il nostro paese non premia le persone oneste.