C’è una sola parola con cui descrivere l’attuale momento della Roma: confusione. Confusione della società, dell’allenatore e dei giocatori. Confusione tecnica e tattica. Tutti si assumono le responsabilità, con la conseguenza che la paternità non può che rimane incerta. I mea culpa di Baldini e Luis Enrique hanno padroneggiato nelle dichiarazioni dopo la sconfitta contro la Fiorentina, che di fatto ha messo la parola fine sulla rincorsa alla zona Champions League, gettando nubi anche sull’intero progetto.
Le parole del direttore generale non lasciano spazio alle interpretazioni:
“C’è un solo responsabile che sono io: ho scelto tutte le persone che compongono la dirigenza e la parte tecnica della Roma. Mi sento di spezzare una lancia per i calciatori che nel secondo tempo hanno messo tutto quello che avevano per vincere. Il gol alla fine dà tutta un’altra luce alla prestazione. C’è da notare che dopo una partita brutta come quella di Torino la squadra è entrata in campo molto provata e prendere il gol subito ha aumentato le nostre sofferenze in questo momento. Mi sento di assolvere completamente la squadra, nel secondo tempo ha messo tutto quello che aveva”.
Come una cantilena stonata arriva il Luis Enrique-pensiero:
“Se c’è un responsabile, quello sono io. Non ho mai parlato di progetto, sono venuto a Roma per fare del mio meglio. Cercare di trovare le soluzioni dopo una partita come questa è difficile anche per me”.
A chiudere il cerchio della confusione ci ha pensato Daniele De Rossi, che prima ha elogiato il suo allenatore e poi ha sostenuto che il bel gioco è rimasto solo nelle intenzioni:
“Credo che sia uno dei più bravi e ve lo dice uno che è stato allenato da Spalletti e Capello. Non è neanche fortunato perché oggi potevi portare a casa almeno un punto. Serve esperienza. E’ l’esperienza che ci farà migliorare anche in futuro. C’è stato un piccolo correttivo. Io non ricordo questo grande gioco espresso ad inizio campionato, lo ricordo verso il periodo di Natale. Abbiamo portato dei correttivi perché solo il possesso palla ti espone al contropiede. Lo sapete come abbiamo perso a Genova o il derby all’ultimo minuto. Con noi le squadre portano a casa almeno un punto”.