Ecco com’è nato il calcio

Il calcio: croce e delizia di milioni di persone che intrepidamente e con amore seguono la loro squadra del cuore patendo e gioendo insieme ad essa. Ebbene chissà quanti tifosi si saranno chiesti com’è nato quello che è il calcio moderno. Ebbene, la Football Association, la federazione inglese di calcio, non poteva che nascere dinanzi ad un pinta di birra in un pub.  Parliamo del Freemason’s Tavern di Long Acre a Londra e i padri fondatori dell’associazione furono i rappresentanti di 12 squadre, poi diventate 11.

L’incontro, avvenuto esattamente 149 anni fa, il 26 ottobre 1863, aveva inizialmente lo scopo di stabilire delle regole per gli incontri che le squadre volevano disputare tra di loro. Alla fine si decise di formare una lega, episodio che viene effettivamente ricordato come rappresentante la nascita dello stato moderno. Nel dicembre dello stesso fu giocata la prima partita amichevole tra il Barnes Football Club e il Richmond Football Club a Mortlake (Londra) che terminò con un pareggio a reti inviolate  e il passaggio del Richmond al rugby. Il primo incontro ufficiale risale, invece, al mese di gennaio del 1864.

Kemari, Giappone

Chiaro è che la radici non ufficiali del calcio sono decisamente meno recenti, altrimenti non si spiegherebbe la sua planetaria e profonda diffusione. In Giappone, partire dall’anno 1000 A.C., si giocava a kemari, dove una palla di stoffa piena di segatura veniva passata tra diversi giocatori in un campo delimitato da quattro alberi: un ciliegio, un acero, un pino e  un salice.

In Cina, probabilmente a partire dalla dinastia Han (206 a.C. al 220 d.C.), secoli prima, parte dell’allenamento militare consisteva in un gioco chiamato tsu chun, in cui una palla di pelle ripiena di pelliccia veniva calciata tra diversi soldati, salvo poi finire in un piccolo buco. Tra il 50 a.C, e  al 611 d.C. I giocatori di kemari e tsu chun si sono scontrati fra di loro in incontri internazionali.

In Gran Bretagna la prima partita di calcio venne giocata nell’Est dell’ Inghilterra intorno al 700 a.C. La leggenda racconta ad essere usato per la partita non fu un normale pallone, ma una testa mozzata di un principe danese. Il calcio inglese, inoltre, non era certo ispirato all’ideale del Fair Play. Infortuni e perfino decessi, infatti, erano all’ordine del giorno. Nonostante ciò, esso era molto diffuso tanto che il popolo non prese affatto bene la decisione del re Edoardo III di renderlo illegale nel 1366. Tale rimase fino al 1605, data in cui il calcio tornò a essere legale nel Regno. Fino ad allora chiunque fosse stato sorpreso a giocare rischiava sette giorni di prigione seguiti da una penitenza in chiesa.

Calcio fiorentino

Nella penisola italica, invece, il calcio era diffuso soprattutto a Firenze. Il calcio fiorentino si giocava tra due squadre composte da 27 membri ognuna. Sebbene, nei fatti, questo gioco fosse più simile al rugby, alcune delle norme enunciate nel trattato di Giovanni Bardi del 1580, hanno rappresentato la base per molte delle regole del calcio moderno.

Le prime vere e proprie regole calcistiche in Inghilterra sono quelle del 1815 dell’ Eton College, confluite poi nelle Cambridge rules, che le università inglesi usavano per giocare tra di loro. Anche le università statunitensi (del Nord Est) avevano le loro regole per un piccolo torneo tra college che coinvolgeva la Northeastern University, Harvard, Princeton, Amherst e la Brown.

Dopo il 1863 tutti i club inglesi adottarono le regole della Football Association, mentre nel 1886 arrivò l’ Ifab, l’ International Football Association con nuove regole universali. Questo organo e le sue regole sono confluite poi nella Fifa. In Italia, invece, l’inizio ufficiale del calcio moderno risale al 1898, quando furono disputati i primi incontri ufficiali. Non esisteva ancora un campionato ufficiale che ebbe luogo solo nel 1929 con la creazione della Serie A.

 

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