Da quasi un anno Antonio Conte non fa che dire, ai giornalisti, che l’obiettivo della Juventus è migliorare il settimo posto dell’ultima stagione, mentre di domande sullo scudetto non vuole nemmeno che gliene vengano fatte. Per mesi il tecnico bianconero ha preferito non citarla nemmeno, la parola.
In questo, Conte somiglia molto a Francesco Guidolin. Il tecnico dell’Udinese, la scorsa stagione, quando la sua squadra era a un passo dalla vetta, preferiva volare basso. Eppure in rosa aveva campioni come Inler, Sanchez, Di Natale, Isla, Armero, Asamoah, Zapata, Handanovic.
La falsa modestia accomuna molti allenatori ed è assai più diffusa della megalomania. Tra questi due orientamenti, esiste anche la via di mezzo, quella cioè improntata al sano realismo.
Che la Juventus avesse tutte le qualità per lottare per lo scudetto era chiaro a qualunque addetto ai lavori dopo poche giornate di campionato. I bianconeri avevano abbattuto il Milan a Torino con sconcertante facilità e anche contro l’Inter, a San Siro, avevano passeggiato.
Senza l’impegno delle coppe europee, e con la migliore rosa delle ultime stagioni, il campionato della Juventus non poteva che essere quello a cui stiamo assistendo. E a nulla vale ribadire che questa squadra proviene da due settimi posti consecutivi. Nel 1999 il Milan di Zaccheroni vinse lo scudetto dopo due annate disastrose e campagne acquisti sciagurate.
Conte può disporre di campioni di livello internazionale come Buffon, Chiellini, Pirlo, Vidal, ma anche di ottimi giocatori come Barzagli, Caceres, Vucinic, Matri, Quagliarella, Marchisio, ecc. Insomma, una squadra che ha davvero poco da invidiare al Milan dal punto di vista quantitativo.
Massimiliano Allegri sa benissimo, e non certo da oggi, che la Juventus punta dritta allo scudetto e che quella di Conte è un mix di falsa modestia e scaramanzia. “Il Milan deve vincere lo scudetto? Devono sputare sangue fino all’ultima partita. La realtà è il campo, la realtà è il sudore, la realtà è il sacrificio”: questo il discorso – riportato da Mediaset – che l’allenatore bianconero ha fatto ai suoi a Vinovo.