Si sono già aggiudicate l’etichetta di deluse della stagione. Domani si affronteranno nel posticipo della terza giornata. Non è uno spareggio, ma poco ci manca. E’ la presentazione di Inter-Roma, che solo un anno e mezzo fa dettavano legge in tutte le competizioni nazionali.
Oggi la realtà è diversa. Oggi ci sono due allenatori in discussione. Uno, Gasperini, è a un bivio e ha una fiducia a tempo; l’altro, Luis Enrique, ha il pieno sostegno della società. Ma soprattutto rispetto al tecnico nerazzurro, quello giallorosso ha dalla sua parte la squadra, che crede nel progetto tecnico e tattico. Perché l’Inter vista in Champions League sembra non seguire l’allenatore, mostrando di essere la copia sbiadita della corazzata di Mourinho.
Il problema non è perdere una partita, come ha ricordato Cambiasso prima della gara contro il Trabzonspor, ma come, perché i nerazzurri visti in campo mercoledì hanno mostrato di aver perso il mordente che ha caratterizzato le ultime stagioni.
In casa Roma si respira un’aria diversa. Nonostante l’eliminazione in Europa League e il passo falso in campionato contro il Cagliari, i giallorossi hanno un’unità d’intenti che fa ben sperare. In settimana Francesco Totti ha organizzato una cena, assenti Luis Enrique e Pjanic (in permesso), per compattare il gruppo e dimostrare che la Roma è ancora viva.
Per quanto riguarda le formazioni, Gasperini, che a meno di miracoli sportivi dovrà fare a meno di Stankovic, ha il dubbio Lucio-Ranocchia e Pazzini-Milito, anche se la vera incognita è il modulo (indecisione fra l’amato 3-4-3 e il 4-3-1-2). Dubbi anche per Luis Enrique alle prese con l’assenza dello squalificato José Angel; per la sua sostituzione ci sono in lizza: Cassetti, Heinze e Taddei. L’asturiano è indeciso anche su chi schierare accanto a De Rossi e Pjanic e sul tridente d’attacco, che al momento la sola certezza in capitan Totti.