In Premier League risultati scontati non ce ne sono e ogni gol ha un valore. Ogni gesto. Vale lo stesso per ogni competizione inglese. Ecco perché le dieci reti di Scott McTominay lo scorso anno dovevano far rumore. Eppure per la società di Manchester, lo United, quel giocatore scozzese, silenzioso e rispettoso, non era altro che ciò che era, ovvero una riserva di lusso, un titolare aggiunto, uno da lasciare in panchina per farlo entrare nel secondo tempo inseguendo il suo obiettivo: far gol e poi tornare ad accomodarsi a bordocampo. Ma a Scott stava stretta questa etichetta di dodicesimo. Voleva essere di più. Sapeva di meritarlo. Per questo la scorsa estate aveva scelto di andare via. Di ripartire da un club che sapesse valorizzarlo. Che avesse voglia e tutta l’intenzione di metterlo al centro di un nuovo progetto tecnico. Quel club è stato il Napoli che oggi, con lo scudetto sul petto, si gode il frutto del suo successo, quell’intuizione geniale con la complicità dello United che intanto, forse, si sarà pentito di quella scelta, di aver lasciato partire troppo in fretta McTominay.

Grazie per Scott: De Laurentiis e l’affare con lo United
Il calcio è semplice, basta conoscerlo. Ogni giorno migliaia di tifosi anche italiani guardano tantissime partite di premier League e per questo motivo conoscevano decisamente bene McTominay ed erano felici all’idea di vederlo in Serie A. Il Napoli lo ha pagato 30 milioni. Risultato? Lo scozzese è diventato Mvp dell’ultimo campionato. Proprio come Kvara nel 2023 quando il Napoli di Spalletti vinse lo scudetto dopo 33 anni. Arriva da un altro campionato, si impone in Italia e vince subito. Destino identico per i due con la complicità del Napoli, lo zampino del club che da Giuntoli e Manna, dal vecchio al nuovo direttore sportivo, non ha del tutto modificato le proprie abitudini. Lo scozzese ha segnato 12 gol in campionato – migliorando il suo precedente record di reti in Inghilterra – ed è stato decisivo con l’ultima rete al Cagliari in sforbiciata. Una perla a sbloccare il risultato della partita scudetto in un momento delicato con l’Inter che intanto stava vincendo contro il Como. Un campionato incredibile con Conte che ha subito saputo come valorizzarlo prima da punta e poi da mezzala, il suo ruolo. Lo conosceva bene dato che sa tutto di calcio inglese. Quando è arrivato al Napoli ha subito immaginato la squadra per lui. I risultati gli hanno dato ragione. In campo McTominay si è esaltato e spesso è sembrato un gigante rispetto a tutti gli altri.
I doni inglesi per il campionato italiano
Ma McTominay è solo uno dei tanti giocatori della Premier League che arrivano in Italia e si impongono. Perché ad oggi tra i due campionati c’è una netta differenza in termini economici – di fatturato e dunque disponibilità di investimenti – e anche di ritmo. In Premier si corre tanto, si va veloci, così chi poi arriva in Italia mantenendo quel ritmo si trova in vantaggio e va anche più veloce di tutti gli altri. Oltre a McTominay c’è un altro calciatore del Napoli che ha avvertito sulla propria pelle questo: Anguissa. Lui è arrivato nel 2021 dal Fulham che era appena retrocesso. In Italia ha vinto due scudetti e si è spesso imposto come uno dei centrocampisti più forti e completi della Serie A. Eppure, come detto, giocava in una squadra retrocessa in Championship, la Serie B inglese. In passato, per citarne un altro, Tomori del Milan era chiuso al Chelsea e in rossonero si è imposto per un certo periodo come uno dei migliori giocatori di Serie A. Vale lo stesso ragionamento per Lookman che ha vinto da protagonista l’Europa League con la maglia dell’Atalanta. L’elenco è lungo e ogni estate si aggiornerà. Siamo certi che anche tra pochi mesi arriveranno in Italia giocatori in uscita dalla Premier League qui pronti a imporsi e a diventare, chissà, i futuri Mvp del campionato italiano.