Muamba dà l’addio al calcio, ecco le sue parole

Il centrocampista della squadra inglese Bolton, Fabrice Muamba, cinque mesi fa aveva subito un arresto cardiaco durante una partita di Coppa d’Inghilterra. Dopo un mese di ricovero in ospedale, ieri il giocatore originario del Kinshasa ha deciso di lasciare il calcio. Ha preferito quindi saggiamente ascoltare i consigli dei medici.

La notizia è stata annunciata poche ore fa dal club stesso di Premier League, che ha così perso su campo il potenziale del giovane. Il dramma avvenne il 17 marzo scorso, quando Muamba crollò improvvisamente sul prato del campo da gioco, durante il match di coppa Nazionale contro il Tottenham Hotspur. Il suo cuore ha smesso di battere per 78 lunghissimi e interminabili secondi, lasciando tutto lo stadio in un religioso silenzio d’apprensione e ansia. Ma fortunatamente il congolese ce l’ha fatta e in queste ore è stato in grado di rilasciare di persona una dichiarazione commovente: “Naturalmente per me non è una giornata felice – afferma -, ma devo comunque ringraziare una volta di più i medici, che mi hanno soccorso e non hanno mai mollato con me, nemmeno quando sembrava che non avrei mai più ripreso conoscenza. E’ per merito loro che sono ancora vivo“.

Solo pochi giorni fa, il futuro agonistico calcistico di Muamba sembrava pieno di speranza e voglia di ricominciare e si profilava la possibilità di un intervento chirurgico per aiutarlo a tornare in campo in piena sicurezza. Il rischio però è stato considerato troppo alto dai medici, che hanno poi fatto diligentemente ragionare il giocatore. La carriera di Muamba come calciatore termina quindi a Ferragosto 2012, ma la vita continua e questo conta infinitamente di più. Tanti italiani e non solo, ancora ricordano quel maledetto 14 aprile scorso, quando il giocatore 25enne Piermario Morosini morì d’infarto su un campo di serie B, in un normalissimo sabato pomeriggio di calcio, tifo e partite. Muamba invece è vivo e deve guardare avanti nella vita, anche per rispetto di tutti quegli atleti che invece non ce l’hanno fatta.

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