Milan: Ibrahimovic critica il “Pallone d’Oro”

Probabilmente è il calciatore più talentuoso della nostra Serie A. Sicuramente Zlatan Ibrahimovic (30) non è un calciatore che passa inosservato. Al dilà delle gesta compiute in campo, l’attaccante del Milan ha fatto parlare molto di se a seguito della sua biografia.
Proprio nel libro ha criticato i suoi ex compagni del Barcellona, compreso Messi, e il suo ex allenatore Guardiola, per non parlare di Mino Raiola (procuratore dello svedese), giudicato un mafioso e un pizzaiolo.

Insomma ha criticato tanti ex, anche se c’è da pensare che nel criticare la squadra spagnola, dove era arrivato nello scambio con un certo Samuel Eto’o, sorga un po’ di rammarico per essere stato definito un bidone dalla società e dai tifosi. Nonostante i 16 gol siglati in un anno e la vittoria del campionato, la sua stagione al Barça è stata macchiata della mancata vittoria della Champions League, competizione mai vinta proprio da Ibrahimovic.

La dimostrazione del fatto che i rancori con il suo passato non sono ancora esauriti arriva da una recente intervista rilasciata a Telefoot, in cui gli è stato chiesto un parere sull’assegnazione del Pallone d’Oro, prestigioso premio assegnato da France Football: Vincere il premio non mi interessa per nulla. E’ tutta una questione politica: non lo vince chi merita davvero, ma solo chi dicono loro. Gli altri potrebbero pensare che c’è qualcuno più forte di me, ma anche se fosse vero non è detto che sia davvero Messi il più forte di tutti. Al Barcellona è facile giocare se hai tutti che giocano per te e sei considerato la gallina dalle uova d’oro. Chiariamo che non ce l’ho con lui. Messi è fortissimo e spero che continui così. Del resto ha vinto quasi tutto ed è ancora molto giovane. Lui o Cristiano Ronaldo? Nella mia testa sono io il più forte di tutti, non ho certo bisogno del Pallone d’Oro per dimostrare di essere il numero 1“.

Certo il talento di Ibra non si discute, ma il fatto che non abbia mai vinto il Pallone d’Oro, la Champions League oppure una competizione con la sua nazionale lo lascia un gradino sotto ai più celebri colleghi blaugrana.

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