Gattuso si sfoga, al veleno contro Allegri

Ha lasciato il Milan per andare a giocare in Svizzera con la maglia de Sion, ma a Milanello già ne sentono la mancanza. Stiamo parlando di Ivan Gennaro Gattuso, che ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport.

“La società voleva trattenermi, ma Allegri non mi voleva più – esordisce così l’ex guerriero rossonero –  Quando qualcuno come l’allenatore ti fa capire che ti preferisce da dirigente o per dare una mano nello spogliatoio allora sai che c’é? Io me ne vado. Una stretta di mano senza rancore, perché sono molto orgoglioso”.

Gattuso parla anche del mercato, che allo stato attuale ha sicuramente indebolito il Milan. “Senza Thiago Silva e Nesta la difesa non ha punti di riferimento, Ibrahimovic vince da solo almeno 10 partite. Fossi in Allegri farei fatica a dormire”. L’ex mediano azzurro parla anche della Champions League: “Il Milan non può giocare la Champions League solo per partecipare e vedere dopo tanti anni un ridimensionamento così è un vero shock” per uno come Gattuso che la maglia rossonera se l’è sentita “cucita addosso”. ‘Ringhio’ cita anche il presidente Silvio Berlusconi. “Non può essere rimproverato Berlusconi dopo quello che ha fatto in questi 26 anni, ma bisogna essere chiari e dire le cose come stanno: si fanno sacrifici per due-tre anni e poi si torna a spendere, perché se le persone perdono il lavoro non c’è la necessità di spendere per una squadra di calcio”.

Gattuso ha la ricetta per far tornare  il Milan ad alti livelli. “Ripartire si può e la Juventus – in pochi anni dall’inferno Calciopoli al purgatorio Serie B fino al paradiso scudetto e al ritorno in Champions – l’ha dimostrato grazie al carisma di Antonio Conte, “Uno che è malato di calcio e che quando giocava era un gatto attaccato ai maroni” .Il modello, che anche per il campione del mondo 2006 deve passare dallo stadio di proprietà.

Sulla sua nuova vita in Svizzera, Gattuso ha le idee chiare: “Qui ho azzerato tutto, mi porto la borsa da solo, devo ricordarmi il grasso per pulire le scarpe e cambiarmi i tacchetti, pensare alle piccole cose, come il muratore che va a lavorare. Se mi dimentico qualcosa posso incazzarmi solo con me stesso e se ti fai una fasciatura alla caviglia ti guardano storto perché costa”.

 

 

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