Chiama “finocchio” un giocatore: espulso, ma era il suo nome

Espulso per aver dato del finocchio a un giocatore. Peccato, però, che il giocatore in questione si chiami proprio Finocchio. E’ successo sabato scorso a Paolo Magnani, l’allenatore del Bologna Primavera, nel derby emiliano contro il Parma. A pochi minuti dalla fine Francesco Finocchio, ex under 17 azzurro, si invola verso l’area avversaria, un calciatore rossoblu cade, e il tecnico del Bologna grida “Finocchio, via la palla”. A quel punto l’arbitro Donati di Ravenna estrae il cartellino rosso per il tecnico dei felsinei. A nulla valgono i tentativi di spiegare l’accaduto al direttore di gara, che non vuole sentire ragione e non cambia la sua decisione.
Magnani non ci sta e sulle colonne del Corriere dello Sport fa sentire le sue ragioni: “Se non lo chiamavo Finocchio come avrei dovuto chiamarlo?”.
Fatto sta che la vicenda ha dei contorni grotteschi, e quella che doveva essere un’esortazione di fair play si è trasformata in un’azione disciplinare.

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