Cavani e Chiellini: tirate di capelli, gomitate e scambio di maglia

Scintille a grappoli fra Cavani e Chiellini, protagonisti di un duello che è andato ben oltre il regolamento di gioco. Per tutta la durata della partita i due giocatori hanno avuto modo di scontrarsi duramente, per poi finire ‘alle mani’: il difensore bianconero ha tirato i capelli dell’uruguagio, che s’è ritrovato costretto a piegare la testa per la violenza inferta dall’avversario al gesto compiuto.

Orsato, che non si è accorto dell’episodio, ha lasciato correre, per poi ammonire il centravanti partenopeo subito dopo. Il motivo è presto detto: il Matador ha rifilato una gomitata al suo diretto avversario, rendendosi ‘giustizia’ da solo, con un comportamento altrettanto riprovevole, e degno di sanzione.

Per quanto Cavani abbia sbagliato, la sua resta comunque una reazione, brutta, all’atteggiamento tenuto in precedenza da Chiellini, per cui Mazzarri, al termine della partita, avrebbe richiesto anche la prova tv (non applicabile in questo caso in quanto l’episodio è stato sanzionato diversamente dai direttori di gara con l’ammonizione dell’attaccante napoletano).

La decisione presa dal fischietto di Schio, coadiuvato dall’arbitro di porta De Marco, lascia alquanto a desiderare: la gomitata di Cavani avrebbe meritato il rosso (non il giallo), così come andava sanzionato con il giallo lo strappo ai capelli dell’attaccante da parte del difensore.

Al termine della partita, i due hanno fatto la ‘pace’, abbracciandosi e scambiandosi reciprocamente le maglie. Chiellini, in proposito, ha dichiarato: “Con Cavani è stato duello puro. Lui è un campione assoluto. Ci sta prendersi a brutto muso durante la partita. Al triplice fischio abbiamo avuto modo di chiarire. I diverbi finiscono con la gara“.

Diversa l’interpretazione personale di Antonio Conte, che ha preferito non trascendere e rivisitare ironicamente l’episodio: “Giorgio voleva constatare che tipo di gel avesse l’avversario in testa. Cavani, al contrario, non voleva dirglielo. Non chiedetemi altro. Non voglio entrare nel merito della questione“.

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